L’epifania segna la fine delle feste ma per fortuna a consolarci ci pensa la Befana, che nella notte tra il 5 ed il 6 di gennaio, passa a riempire le calze appese al camino con tanti dolcetti e qualche pezzo di carbone per i più monelli.
Ma da dove arriva la tradizione della calza della Befana?
All’origine delle varie ipotesi avanzate c’è un’antica usanza precristiana delle culture scandinave e celtiche legata alla celebrazione del solstizio d’inverno. Il solstizio era infatti considerato come un momento di transizione, il passaggio dal periodo più buio dell’anno a una graduale ripresa della luce e conseguente risveglio della natura. Si usava appendere decorazioni agli alberi per celebrare questo rito e, secondo questa teoria, anche la Befana sarebbe una figura simbolica rappresentata da una saggia anziana in grado di volare sopra i campi per mantenerne la fertilità. Dall’associazione tra tale personaggio e le decorazioni appese ai rami sarebbe nata la tradizione della calza della Befana.
Anche gli antichi Romani avevano assimilato queste usanze dei Celti e dei popoli scandinavi, includendo tra le proprie divinità delle figure femminili “volanti”. Narra un’antica leggenda che uno dei famosi re di Roma, Numa Pompilio, usasse appendere durante il periodo del solstizio d’inverno una calza in una grotta per ricevere doni dalle ninfe.
Non potendo venerare Dèi pagani, il Cristianesimo trasformò l’usanza del solstizio d’inverno in una leggenda. Si racconta che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada chiesero informazioni ad una vecchia. Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. Poi, pentitasi di non essere andata con loro, si mise a cercarli, fermandosi in ogni casa che trovava lungo il cammino e donando dolciumi ai bambini che incontrava nella speranza che uno di essi fosse il bambino Gesù. Da allora, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio, la Befana girerebbe per il mondo nella notte, regalando dolcetti a tutti i bambini cercando di farsi perdonare.