Il termine farina deriva dal latino far, ovvero farro, un cereale molto apprezzato e diffuso ai tempi dei romani.
Prodotte dalla macinazione di cereali, pseudocereali, legumi e frutta secca, le farine differiscono tra di loro per valori nutrizionali, calorie e utilizzo. Sì, perché l’universo delle farine è ampio e variegato: se impari a conoscere le differenze, ti sarà possibile scegliere quella più adatta alle esigenze del tuo organismo e anche ottenere ottimi risultati in cucina.
Facciamo una panoramica sulle farine più note, così da sapere come usarle al meglio.
-Farina di grano: quella più diffusa, viene ottenuta passando sotto la macina le infiorescenze del frumento, i chicchi, che vengono separati dalla parte non commestibile della pianta. Una volta giunti sotto pressa, quelli più friabili diventeranno farina di grano tenero, quelli più coriacei farina di grano duro o semola. Farina di grano tenero: bianca e fine, è composta da elevate quantità di proteine e amido ed è la più adatta per la panificazione. Grado di raffinazione e forza (cioè la quantità di glutine riescono a sviluppare e la sua conseguente capacità di assorbire acqua) distinguono le farine di grano tenero in:
-Farina di tipo 00: più raffinato, ricco di amido, sali minerali e vitamine;
-Farina di tipo 0: ha un contenuto proteico più basso della 00, molti amidi ed è fonte di carboidrati. Come la 00, contiene molto glutine e il suo indice di forza è alto;
-Farina di tipo 1: meno raffinata delle prime due, è nota per contenere più crusca e germe del grano;
-Farina di tipo 2: si distingue per l’alto contenuto di fibra, oltre che di crusca.
-Farina di grano duro o semola: ha un colore un po’ più scuro e possiede una maggiore capacità di assorbimento dell’acqua; in essa, troviamo buone quantità di sali minerali, come ferro e potassio, di vitamine e carotenoidi; è più ideale per produrre la pasta secca, anche se viene comunque usata anche negli impasti del pane, mescolata con quella di grano tenero. -Farina di frumento integrale: si ottiene dalla macinazione del germe di grano intero, quindi contiene tutte le parti del chicco ed è per questo un alimento completo. Ha un alto contenuto di fibre, vitamine del gruppo B – poco presenti nella bianca – e di sali minerali, quali calcio e magnesio. Grazie alla presenza di fibre, dà un senso di maggiore sazietà e favorisce la regolarità intestinale. Inoltre aiuta l’organismo a limitare l’assunzione di grassi e a tenere sotto controllo la quantità di insulina presente nel sangue. Oltre a quella di frumento, che è la più diffusa, altre farine contenenti glutine sono ad esempio quelle di farro, kamut e segale. Le farine prive di glutine sono suddivise invece in tre gruppi, in base alla derivazione da cereali (come la farina di mais, di riso o di miglio), da pseudocereali (come la farina di grano saraceno, quella di quinoa o amaranto) o da frutta secca e legumi (come quelle di mandorla, di castagne o di ceci). Sono necessarie a chi soffre di celiachia o di sensibilità al glutine, ma sono anche un’ottima occasione per tutti per variare la propria alimentazione e migliorarla allargando la tipologia di nutrienti.