Creatinina alta: cosa mangiare e come modificare il proprio stile alimentare
La creatinina rientra tra i prodotti di scarto del nostro organismo e valutarne i valori ematici è importante ai fini della salute. Valori di creatinina troppo alti possono rappresentare un campanello d’allarme di tipo patologico e richiedere degli opportuni approfondimenti. Per cercare di tenerla sotto controllo è molto importante mangiare correttamente e sapere cosa inserire nella dieta e cosa, invece, evitare.
L’alimentazione per creatinina alta, laddove tale anomalia sia dovuta all’eccessivo consumo di proteine e non a cause patologiche prevede, intuibilmente, la riduzione dell’apporto proteico. A tal proposito, le fonti proteiche di origine animale rientrano tra gli alimenti da ridurre.
Attenzione anche all’apporto di fosforo e potassio! Formaggi ricchi di fosforo e quindi da limitare sono ad esempio l’emmenthal, l’asiago e il formaggio grana. Anche i crostacei e diversi tipi di pesce (spigola e orata d’allevamento, baccalà, salmone, pesce spada) sono ricchi di fosforo, così come il tuorlo d’uovo, il cacao amaro in polvere e il cioccolato. Prediligere invece prodotti caseari come i fiocchi di latte magro, la ricotta di pecora e il formaggio spalmabile che sono meno impattanti sui livelli di fosforo. L’avocado, le banane e le castagne, sono invece ricchi di potassio, insieme alle patate, ai cavoletti di Bruxelles e ai carciofi. La frutta secca, che comprende mandorle, noci e pistacchi, è ricca sia di fosforo che di potassio, pertanto si colloca tra gli alimenti da evitare.
Al fine di evitare l’ipertensione e il ristagno dei liquidi, è importante ridurre al minimo l’introito di sodio e quindi il consumo di sale da cucina (evitando anche i sali iposodici, poiché ricchi di potassio), ma anche di formaggi stagionati, insaccati, dadi da brodo, sughi pronti, cibi in scatola o precotti e prodotti da forno, come grissini, crackers, ecc. Attenzione anche al consumo di birra, alcolici, bevande a base di cola, bevande energetiche, bibite industriali in generale, che sono per lo più da evitare.
Per quanto concerne l’apporto proteico, le fonti proteiche da prediligere sono quelle di origine vegetale, come cereali e legumi. Per ridurre il contenuto di potassio contenuto nei legumi e nelle verdure, è possibile ricorrere all’ammollo e alla successiva cottura in acqua, che dovrà anche essere sostituita più volte nel corso della bollitura. È bene inoltre apportare una buona quantità di fibra, il cui introito sembra agire in modo benefico sui livelli di creatinina negli individui con patologia renale cronica. Il consumo di frutta e verdura deve dunque essere incluso nella dieta: tra i frutti poveri di potassio, ci sono mele, pere, fragole, bacche di mirtillo e clementine; verdure povere di potassio sono invece, cetrioli, melanzane, peperoni dolci e zucchine.
Il consumo di pesce fresco e carni bianche, in termini di quantità, va impostato a seconda del soggetto. Per condire gli alimenti è possibile ricorre all’olio extravergine di oliva e all’olio di semi di lino, entrambi a crudo, così come ad aceto, spezie, aromi naturali e a piccole quantità di succo di limone.
In condizioni normali, l’acqua rientra tra gli alimenti che fanno bene ai reni. In caso di patologia renale, invece, l’apporto di liquidi deve essere strettamente controllato, tenendo conto anche di quelli contenuti negli alimenti. Per quanto concerne le tipologie di acqua, può essere utile consumare dell’acqua oligominerale, a basso contenuto di sodio.