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15 marzo: Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla (contro i Disturbi del Comportamento Alimentare)

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15 marzo: Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla (contro i Disturbi del Comportamento Alimentare)
15 marzo 2023
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La Giornata Nazionale del 'Fiocchetto Lilla' nasce alcuni anni fa su iniziativa di Stefano Tavilla, un padre che ha perso sua figlia Giulia, di soli diciassette anni, a causa della bulimia. E' stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’Associazione “Mi Nutro di Vita”  e il 19 giugno 2018, la Giornata è stata sancita dalla Presidenza del Consiglio e il 15 marzo è riconosciuto istituzionalmente come giornata nazionale contro i Disturbi dell’Alimentazione.


Questa Giornata offre speranza a coloro che stanno ancora lottando e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.).


I disturbi alimentari consistono in modalità di assunzione di cibo che compromettono lo stato di salute fisica o il funzionamento psicosociale di una persona.

Vi sono diverse forme di disturbi alimentari:

  • Anoressia Nervosa
  • Bulimia
  • Disturbo da Alimentazione incontrollata
  • Obesità
  • Night Eating Syndrome
  • Pica e il Disturbo da Ruminazione


La forma più nota è sicuramente l’Anoressia, oggi detta Nervosa, un tempo anche Mentale, per sottolinearne la natura essenzialmente psicologica. L’Anoressia è legata primariamente ad un esasperato timore di ingrassare.
In caso di Bulimia, periodicamente la restrizione alimentare è interrotta da abbuffate, seguite da senso di colpa e spesso dalle c.d. ‘condotte di eliminazione’ (vomito, ma anche lassativi o diuretici, iperattività fisica, ecc.).
Nel Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder) gli eccessi alimentari non sono seguiti da condotte di eliminazione come nella bulimia: l’obesità ne costituisce l’inevitabile conseguenza. Mentre nella maggior parte dei casi l’abbuffata bulimica è più o meno accuratamente pianificata, in questo disturbo è spesso una situazione propizia, o la semplice consapevolezza della disponibilità di cibo, a rappresentare una tentazione alla quale non si può resistere. 
L’Obesità si caratterizza  per un accumulo di grasso corporeo. L’indicatore più utilizzato è l’indice di massa corporea (Body Index Mass): quando è uguale o superiore a 30 si parla di obesità. 
La Night Eating Syndrome è invece un disturbo alimentare caratterizzato da episodi in cui il paziente mangia dopo essersi svegliato durante la notte o si sveglia per mangiare. 
Infine la Pica è caratterizzata dall’ingestione di materie non commestibili (terra, inchiostro, ecc), mentre il Disturbo da ruminazione consiste in una prolungata masticazione, a volte seguita da rigurgito del bolo già ingerito, che viene nuovamente masticato in bocca. Sono disturbi alimentari molto meno frequenti e per lo più associati a deficit mentale o altre gravi patologie (ad es. schizofrenia).
In questi casi, diverse ragioni possono spingere a cercare un aiuto, e altrettante possono frenare la scelta di affidarsi ad un professionista o ad un servizio di salute mentale. 

Prima di tutto, intraprendere un percorso di trattamento implica, per chi ne soffre, una minima consapevolezza del proprio problema ed un discreto grado di malessere percepito. Senza queste due condizioni è molto difficile sentirsi motivati a chiedere aiuto e mantenere tale motivazione durante un processo di cambiamento. Naturalmente tanto più sale la preoccupazione ed il disagio emotivo (o anche fisico) causato dal disturbo alimentare, tanto più chi ne soffre sente la spinta a chiedere un aiuto. 

Il più delle volte, ammettere di avere un problema è fonte di grande imbarazzo, timore di essere giudicati negativamente, etichettati come ‘pazzi’ o ‘squilibrati’. In questo caso, tentativi di obbligare o controllare chi amiamo affinché “si faccia curare” spesso finiscono per sabotare l’esperienza del trattamento, facendo vivere all’interessato/a un’esperienza di fallimento che potrebbe pregiudicare la fiducia nell’aiuto professionale in futuro (della serie: “tanto non ha funzionato in passato, perché adesso dovrebbe essere diverso?”). In queste situazioni, il semplice fatto di offrire il proprio ascolto, senza giudicare, può rappresentare un forte elemento di aiuto per chi soffre. 

E per chi dovesse rispecchiarsi in uno di questi stati psicofisici, sappiate che non è ‘sbagliato’ stare male, tantomeno una colpa, e che, quando e se vorrete, io ci sono!

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