Una domanda molto frequente nell’ambito della nutrizione è se il glutine faccia male o meno. Anni fa non si sentiva così tanto parlare di problemi legati al glutine. Sapete perchè? Perchè il grano di un tempo e le farine da esso derivate non erano lontanamente paragonabili a quelle di oggi. Nel tempo il grano è stato modificato ed ingegnerizzato geneticamente al fine di ottenere spighe che potessero fruttare il doppio del raccolto e chicchi con maggior contenuto di glutine. Inoltre negli anni è aumentato il consumo di pane, pasta, biscotti ed altri prodotti da forno. Un consumo molto più alto di quanto accadesse in passato.
Ma cos’è il glutine?
Il glutine è una massa reticolare elastica composta da due tipi di proteine (le gladine e le gluteine), in grado di assorbire facilmente l’acqua presente negli impasti e trattenere l’anidride carbonica che si forma durante il processo di lievitazione. Il nostro organismo non è in grado di digerire completamente il glutine, per tale motivo un consumo eccessivo può portare ad uno stato di infiammazione cronica che può potenzialmente causare disagi e malattie non solo nei soggetti celiaci. In ambito industriale sì usano farine altamente ricche in glutine perchè quest’ultime garantiscono una buona lievitazione in tempi molto brevi. Negli anni si è assistito anche ad un’evoluzione del prodotto pasta, oggi infatti dal processo di produzione sì ottiene una pasta di grano molto ricca in glutine perchè essa terrà meglio la cottura. In Europa il consumo medio giornaliero di glutine è abbastanza elevato e si aggira tra i 10-20 gr al giorno di glutine fino ad arrivare anche a 50 gr!
Quali sono le manifestazioni patologiche nei confronti del glutine scientificamente riconosciute?
La domanda allora che ci si pone è “Ma è meglio mangiare cibi gluten-free per evitare i disturbi legati al glutine?” La risposta è No! Non è assolutamente vero che il glutine fa male sempre.
Il consiglio è di avere una dieta equilibrata, limitando i pasti composti quasi solo da pasta, pizza o prodotti simili. Per lo stesso motivo, anche il seitan, ricchissimo di glutine, non va mangiato spesso.
Una persona senza fastidi conclamati verso il glutine, può semplicemente alternare alla solita pasta di grano, pasta di altri cereali (ad esempio i grani antichi, come il grano Korasan) o cereali alternativi in chicchi (l’avena che contiene pochissimo glutine), oppure cereali privi di glutine.
Un’indagine dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Torino ha messo in evidenza che, se da un lato i prodotti gluten-free non contengono glutine, dall’altro possono essere ricchi di addensanti, gomme, idrocolloidi e aromi (che non sono di per sé nocivi, il problema sorge con un prolungato consumo). Inoltre, possono avere anche moltissimi zuccheri (basta guardare le etichette nutrizionali). Quindi scegliere prodotti gluten-free con lo scopo di prevenire, in futuro, dei problemi legati al glutine non è considerata una scelta sempre vincente. Meglio leggere sempre bene l’etichetta del prodotto o scegliere farine meno ricche di glutine.
Di seguito la suddivisione dei cereali contenenti o meno glutine, utile e consultabile per poter variare la fonte di carboidrato da cereali e limitare l’eccessivo consumo di glutine.